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La Stampa o lokalnim inicijativama: Dalle primavere arabe al business sociale I nuovi imprenditori del Mediterraneo

Funky Guerrilla je lokalna incijativa Projekta zapošljavanja mladih (YEP). Funky Guerrilla je više od brenda odjeće. Funky Guerrilla je jedan potpuno novi pristup radu, stvaranju novih vrijednosti i zapošljavanju. Biti društveno preduzeće u ovim okolnistima predstavlja pravi izazov koji samo pravi gerilci mogu da prežive, pa se ponekad treba naći u društvu istomišljenika kako bi se baterije napunile. 

Funky Guerrilla je putem Info paketa informisana da se u Italiji održava susret mladih socijalnih preduzetnika koji su iz regije Mediterana. Na poziv su se prijavili i proveli jednu jako produktivnu sedmicu sa još 19 mladih preduzetnika i preduzeća čiji je fokus upravo rad za zajednicu i društveno preduzetništvo.

Projekat zapošljavanja mladih (YEP) i Švajcarska agencija za razvoj i saradnju (SDC) nastavljaju podršku divnoj grupi mladih i hrabrih ljudi, a naredna zajednička aktivnost je učešće na Sarajevo Fashion Week-u iduće sedmice. U nastavku donosimo tekst iz italijanske La Stampe.

Delusi dalle primavere arabe, segnati da rivoluzioni finite nel sangue o dai tentativi spesso tragici dei loro coetanei di sbarcare in Europa con mezzi di fortuna. È difficile immaginare il futuro quando sei un ventenne che vive sulla sponda sud del Mediterraneo, in Paesi con un tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge il 50%. Eppure c’è chi prova a mettersi in gioco con il talento e la creatività. Ecco così l’imprenditrice egiziana che sul Nilo mette in rete artigiani di comunità religiose diverse. L’impresario teatrale che finanza compagnie con israeliani e palestinesi. L’incubatore di Beirut dove lavorano fianco a fianco sciiti e maroniti, sunniti e ortodossi.

A far fiorire le loro storie, per trasformarle in progetti imprenditoriali veri e propri, è un’iniziativa che ha trasformato Torino in questi giorni in un «hub» per accompagnare la crescita delle nuove idee nel Mediterraneo. Il progetto si chiama «Entrepreneurs for social change», un’occasione di training promossa dall'Alleanza delle civiltà dell’Onu, dalla Fondazione Crt e dal ministero degli Esteri. Venti giovani imprenditori provenienti da 14 Paesi del Mediterraneo, scelti tra oltre 700 candidati, hanno avuto la possibilità di partecipare a un’intenso programma di formazione affidato a figure di primo piano nel campo del business sociale, fundraising, marketing, leadership e dialogo interculturale.

«I problemi della regione euro-mediterranea sono comuni a molti Paesi», spiega Francesco Candelari, responsabile del programma per l’Alleanza delle civiltà. «Sono la disoccupazione giovanile, la marginalizzazione, le frustrazioni politiche e sociali. Questo progetto prova a rispondere alle sfide attraverso l’imprenditoria sociale».

Ecco così storie come quella di Ahmed Tabet, 22 anni, che in Algeria si occupa di disabilità e punta a costruire carrozzelle elettriche utilizzando materiale locale, con un abbattimento dei costi. O di Abdulrahman Khedr, 26 anni, egiziano, che cerca di convogliare l’energia emersa nelle manifestazioni in piazza Tahrir in campagne sociali realizzate nel suo studio di produzione. Non mancano gli italiani, come Emiliana Mellone, 30 anni, che ha scelto di affrontare la crisi dei rifiuti della sua Napoli con un’impresa sociale con 13 mila followers che promuove le tre R di «reuse, reduce and recycle».

Adesso, dopo il training, per tutti viene la fase del «mentoring»: per nove mesi le imprese saranno seguite da tre esperti, che aiuteranno a sviluppare i progetti e a trovare i canali adeguati di finanziamento.

Predrag Borojevic

28 anni. Viene da Gradisca, in Bosnia Herzegovina. È il direttore di FG Group, un’impresa sociale che si occupa di produrre vestiti e accessori d’abbigliamento per i giovani. Si definisce una persona socievole e con tanti interessi diversi.

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